L’esperienza insegna che i costi della vita quotidiana sono in costante aumento. A volte in modo così lieve che quasi non ce ne accorgiamo, altre volte – come negli ultimi anni – in modo più drammatico. Di norma, i redditi e le pensioni seguono questa tendenza in modo diverso.
Ciò riguarda soprattutto i depositi bancari, che in genere fruttano meno interessi dell’inflazione. Di conseguenza, il denaro risparmiato in questo modo perde costantemente valore, e quindi possiamo acquistarne di meno. La situazione è diversa nel caso dei prestiti. Poiché le rate mensili rimangono costanti, sembrano ridursi nel tempo. In questo caso, però, le banche inseriscono fin dall’inizio il tasso di inflazione previsto nel tasso di interesse e lo distribuiscono uniformemente sulle rate.
L’inflazione si riflette nel cosiddetto indice dei prezzi al consumo. Tutta una serie di beni di uso quotidiano, come le spese per l’abitazione, l’energia, il carburante, i generi alimentari, l’abbigliamento, ecc. sono sempre valutati al prezzo medio corrente in quantità costante e danno luogo a un valore che, confrontato con quello del mese precedente, rappresenta la variazione del valore del denaro. In teoria, il valore del denaro potrebbe anche aumentare, nel qual caso si parla di deflazione.
Alcuni costi, come gli affitti – almeno in Austria – sono direttamente collegati a questo indice dei prezzi al consumo. Attraverso regolari trattative salariali, anche i salari e le pensioni concordati collettivamente vengono adeguati più o meno costantemente a questo indice. Le pensioni private derivanti da polizze assicurative di solito non vengono adeguate.
Quando si parla di garantire il valore del denaro preso in prestito, significa che si restituisce lo stesso valore monetario che si è ricevuto. In altre parole, l’importo originario più una compensazione per la perdita di valore del denaro.
Un prestito con garanzia di valore viene quindi rimborsato con rate regolari che si adeguano alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo e quindi di solito aumentano continuamente. Rispetto alle normali rate bancarie, questi importi sono inizialmente più bassi del tasso bancario, ma possono finire per essere significativamente più alti del tasso bancario.
Se non sono state concordate rate ma una scadenza finale, cioè l’intero importo è dovuto alla scadenza del prestito, anche questo importo viene adeguato in base all’indice dei prezzi al consumo, che nel frattempo è cambiato.